CONVOCAZIONE PER MARTEDI’ 17/6 ore 21.15 alla casa del Popolo di un ATTIVO-APERTO del Circolo PRC di Chieri e Cambiano

Alla serata sarà presente il segretario provinciale Ezio Locatelli

 


Discuteremo di:

 

  •          Situazione politica del dopo elezioni, come ripartire per una sinistra plurale e di alternativa in Europa e in Italia, senza dimenticare la nostra realtà territoriale chierese … Un’occasione per parlare di politica e non solo di organizzazione o altro, anche con il compagno Locatelli…  (allego documento ultimo CPN “costruiamo la Syriza italiana” e articolo di Ramon Mantovani “UNIRE LA SINISTRA SENZA SCIOGLIERE IL PRC”
  •           Avvio Tesseramento 2014 (PER FARE LA TESSERA TELEFONARE a Benedetto 3311212350 o Luigi 3492981451 o mandare mail a [email protected] )
  •           FestaInRosso Torino dal 10 al 20 luglio: partecipazione e impegni….. 

 

Contiamo di finire i punti precedenti entro le 22.45/23.00, il tempo restante dobbiamo dedicarlo alla programmazione delle prossime iniziative del circolo e a questioni della Casa del popolo

 

  •          Programmazione prossime iniziative politiche estate/autunno a Chieri per settembre/ottobre 2014
  •          Casa del Popolo: corsi, laboratori, lavori, pagamento TASI-IMU che fare? ecc..
  •          Varie

Visti i tanti e interessanti temi previsti dalla serata vi raccomando la massima partecipazione e puntualità.

L'attivo, come il direttivo del circolo, è aperto a tutti coloro che vogliono dare una mano, collaborare con noi e proporre iniziative condivise sul territorio.

Un saluto a tutt* e a presto 
Per info 349 2981451 o [email protected]

 

 

COSTRUIAMO LA “SYRIZA ITALIANA”

Documento approvato dal Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista.

Il voto del 25 maggio è segnato in tutta Europa dalla sofferenza sociale causata dalle politiche di austerità praticate da popolari, liberali e socialisti.
Il segno prevalente è il malessere dei popoli europei rispetto alle conseguenze delle politiche di austerità assunte in sede europea in questi anni, che hanno aggravato la crisi, e rispetto ai governi e alle maggioranze, subalterne al neoliberismo .
A fronte di questo risultato, le classi dirigenti europee rappresentate dal Partito Popolare e dal Partito Socialista intendono rispondere coniugando la prosecuzione di politiche a tutela dei profitti, delle rendite finanziarie e delle banche con la costruzione di una strategia di recupero del consenso popolare. In questa direzione si muovono le proposte di proseguire le politiche neoliberiste allentando le politiche di austerità che hanno già determinato una drastica riduzione dei livelli di copertura del welfare e dei diritti dei lavoratori.
In tal senso il successo del Partito Democratico di Renzi – che con una mano eroga il bonus di 80 euro al mese ad ampi settori della popolazione, e con l’altra continua nell’azione ben più pesante e strutturale di taglio della spesa pubblica e sociale, nelle privatizzazioni, nella precarizzazione del mondo del lavoro, nella salvaguardia del sistema bancario nonché nel mantenimento della controriforma Fornero delle pensioni – si pone come punto di riferimento possibile per una declinazione “blairiana” delle politiche liberiste.
In questo contesto, esprimiamo la nostra piena soddisfazione per il risultato positivo ottenuto dalle forze aderenti al partito della Sinistra Europea e al Gue-Ngl, che hanno posto al centro della proposta politica e della campagna elettorale l’opposizione alle politiche di devastazione sociale praticate da popolari e socialisti; il rifiuto netto della logica delle “larghe intese”; il ruolo delle lotte, del conflitto sociale e la prospettiva della ricostruzione del movimento operaio anche al di là dei singoli confini nazionali.
Il rafforzamento della sinistra europea e lo sviluppo del conflitto di classe rappresentano l’anticorpo e l’alternativa più credibili all’avanzata inquietante delle forze neonaziste e neofasciste che, proprio sul terreno della destrutturazione sociale causata dalla crisi, puntano a rilanciare un “nuovo” nazionalismo fondato sull’egoismo sociale, sul razzismo, sull’esaltazione delle “piccole patrie”.
Il superamento del quorum da parte della lista L’Altra Europa con Tsipras è a sua volta – dato il quadro italiano – un risultato importante e positivo: dopo anni di resistenza e di sconfitte elettorali sul piano nazionale, torna ad eleggere la sinistra che si presenta al fuori di alleanze con il Partito Democratico.
La lista L’altra Europa con Tsipras non è stato solo un fatto elettorale. In questi mesi, attorno alla costruzione della lista, vi è stata una significativa mobilitazione unitaria a sinistra – all’interno della quale ci siamo mossi con nettezza, convinzione e generosità – per raccogliere le firme prima, per fare la campagna elettorale poi.
Proponiamo quindi di operare un salto di qualità e di costruire la “Syriza italiana”, all’interno della Sinistra Europea, ponendo al centro l’alternativa alle politiche di austerità e neo-liberiste, e alle forze e alle coalizioni che le sostengono.
Proponiamo che il processo di costruzione di tale soggetto della sinistra unitaria e plurale non avvenga in modo verticistico e pattizio, ma partecipativo ed inclusivo di tutte le persone concordi con gli obiettivi unitari. L’obiettivo è la costruzione di un soggetto politico della sinistra fondato sulla base del principio “una testa un voto”; che il soggetto unitario abbia piena titolarità sulla rappresentanza elettorale; che forze organizzate, locali e nazionali, che scelgano di attivarsi per il processo unitario senza sciogliersi, s’impegnino a non esercitare vincoli di mandato ed a garantire la libera scelta individuale nell’adesione al nuovo soggetto politico da parte dei propri iscritti e iscritte.
Proponiamo, nello specifico:
- la prosecuzione e l’ampliamento dell’attività dei comitati locali de L’Altra Europa anche attraverso la convocazione di assemblee popolari e territoriali della sinistra;
- una campagna contro l’attacco eversivo di Renzi alla democrazia; attacco che passa sia attraverso la proposta di una nuova legge elettorale di chiaro segno autoritario sia attraverso il varo di una stagione più generale di controriforme.
Riteniamo che la possibilità di costruire una “Syriza italiana” rappresenti una conferma importante della linea politica che  Rifondazione Comunista ha perseguito in questi anni e che ha trovato un primo punto di approdo  nella campagna elettorale: il Prc è stato tra le forze fondatrici della Sinistra Europea e che più hanno investito, in questi anni, in questo progetto; da tempo lavoriamo perché possa prendere piede anche in Italia un polo della sinistra autonomo e alternativo anche al centrosinistra; per primi, in Europa, abbiamo avanzato la candidatura del compagno Alexis Tsipras alla presidenza della commissione europea a tutte le forze della Sinistra Europea.
Siamo stati in grado di contribuire alle liste, nelle diverse circoscrizioni, avanzando candidature espressione del nostro partito e al contempo di vertenze, movimenti e lotte: a partire dai compagni Eleonora Forenza e Fabio Amato, coordinatore della campagna elettorale per la Sinistra Europea, le nostre candidate e i nostri candidati hanno ottenuto risultati positivi e significativi. E’ questo il segno del consenso ottenuto da Paola Morandin, Nicoletta Dosio, Simona Lobina, Antonio Mazzeo e da tutte le compagne e i compagni presenti nella lista. Segno anche di una mobilitazione e dell’impegno della larga maggioranza delle compagne e dei compagni del partito nel dare attuazione alle indicazioni discusse e decise negli organismi.
L’investimento nel processo di costruzione della sinistra deve quindi procedere di pari passo con l’investimento nel rafforzamento e nel rilancio di Rifondazione Comunista. Riteniamo che sia necessaria oggi più che mai la presenza di una forza politica come lo nostra che si ponga il fine di collegare – attorno all’obiettivo dell’uscita dal capitalismo in crisi – le lotte e le istanze di cambiamento e di liberazione che nascono, crescono e si coagulano nella società; il contrario cioè di un processo liquidatorio.
Riteniamo che un rinnovato progetto della rifondazione comunista possa essere il terreno di ricomposizione di tutte le comuniste e i comunisti che vogliono costruire la Syriza italiana e superare i rapporti di produzione capitalistici. Avanziamo quindi questa proposta a tutti i compagni e le compagne interessate e ci impegniamo a perseguire questo obiettivo.
Al fine di rilanciare e rafforzare l’azione di Rifondazione Comunista proseguiremo con gli impegni già assunti:
·la conferenza nazionale di organizzazione;
·il completamento dei congressi regionali entro la fine di giugno;
·la campagna di autofinanziamento;
·l’attività di formazione e l’individuazione di adeguati strumenti di informazione/comunicazione;
Un appuntamento di discussione approfondita  sulle questioni del lavoro e del sindacato.

Riteniamo sia centrale, inoltre, proseguire e rafforzare la nostra iniziativa politica su alcuni grandi questioni che hanno a che fare con i danni causati dalle politiche di austerità:
·il piano per il lavoro e la conversione ecologica dell’economia e la nostra opposizione al Jobs Act;
·il tema del diritto all’abitare e la nostra opposizione al piano Lupi;
il sostegno attivo alla campagna Stop TTIP (Translatantic Trade and Investment Partnership);
·l’adesione alle manifestazioni nazionali del 28 giugno a Roma e dell’11 luglio a Torino, e alle mobilitazioni e a tutte le iniziative che, durante il semestre europeo di presidenza italiana, contesteranno l’Europa dell’austerità e del neo-liberismo per dare corpo all’idea dell’altra Europa.
·A mobilitarsi contro la guerra in Ucraina e la complicità di Usa e Ue con il governo di Kiev e con le forze neonaziste che lo sostengono, in solidarietà con le forze di sinistra, comuniste e antifasciste ucraine.
Le Feste di Liberazione sono un’occasione in cui organizzare iniziative e diffondere materiali su tali importanti temi.
Aderiamo all’importante manifestazione nazionale “Per un’Italia libera e onesta. Ripartiamo dalla Costituzione” che si terrà domani, lunedì 2 giugno a Modena, a difesa della democrazia e contro lo smantellamento dei principi costituzionali.

La segreteria nazionale

Approvato a maggioranza assoluta

 

 

SYRIZA ITALIANA - RAMON MANTOVANI: UNIRE LA SINISTRA SENZA SCIOGLIERE IL PRC

 

L’ottimo sito di controinformazione “www.controlacrisi.org” ha promosso un sondaggio fra i lettori sul tema della “costruzione della Syriza italiana”.
Temo che le domande formulate, e conseguentemente le risposte, siano pericolosamente fuorvianti e foriere di confusione.
Mi spiego.
Proporre come alternative 1) lo scioglimento dei partiti esistenti per dar vita ad una organizzazione funzionante sul principio “una testa un voto”, 2) una federazione dei partiti esistenti o 3) lasciare le cose come stanno, conduce inevitabilmente a scelte destinate a dividere ciò che esiste invece che ad unirlo.
Nell’attuale sistema politico italiano, sul quale non approfondisco il discorso per brevità, è necessario che tutta la sinistra (reale, alternativa, radicale ecc che dir si voglia) si aggreghi su un programma minimo di fase. E questa sinistra oggi, nei fatti, alberga in partiti, associazioni e movimenti, ed è composta in grandissima parte da persone non organizzate in nessun modo.
Quindi, in estrema sintesi, è evidente che la prima ipotesi proposta troverebbe l’opposizione, per esempio la mia, di chi pensa sia vigente e necessaria la presenza di un partito comunista come è il PRC, perché se da una parte è giusto che alle elezioni si presenti una lista, o una forza, ampia e che unisce più culture, punti di vista ideologici e pratiche sociali e politiche, dall’altra è giusto che chi critica il capitalismo dal punto di vista marxista e si propone strategicamente il suo superamento non debba sparire e sciogliersi in un soggetto che per sua natura non può avere una simile identità e strategia.
La seconda ipotesi ridurrebbe tutto ad accordi di vertice fra partiti (per altro profondamente divisi sulle prospettive) ed escluderebbe nei fatti da tutti i processi decisionali tutte le persone, che sono la stragrande maggioranza, militanti di comitati di lotta e associazioni e senza tessera.
La terza potrebbe produrre al massimo liste elettorali occasionali molto composite e tendenzialmente divise al proprio interno.
Esiste, invece, una reale possibilità di unire tutto, senza che nessuno debba sciogliersi ed omologarsi al minimo comun denominatore, e con il massimo della democrazia, e cioè del funzionamento sulla base del principio “una testa un voto”.
Senza avere modelli da imitare pedissequamente e meccanicamente, è però utile attingere ad esperienze che già esistono in altri paesi. Ve ne sono diverse.
Credo che per similitudine di storia e di collocazione geografica sia molto utile analizzare l’esperienza di Izquierda Unida spagnola.
Senza farla troppo lunga, ma ovviamente si può approfondire il discorso anche nei dettagli, Izquierda Unida funziona sulla base di “una testa un voto” e allo stesso tempo ne fanno parte partiti e collettivi di vario genere che non si sono mai sciolti, come il Partito Comunista di Spagna, il quale ha scritto nel proprio statuto che considerando Izquierda Unida una forza politica unitaria della sinistra cede la sovranità su due punti delle proprie competenze ad Izquierda Unida: la partecipazione alle elezioni e la rappresentanza istituzionale.
Per chi fosse interessato può leggere sul sito del PCE l’articolo 113 dello statuto.
Detto in altri termini significa che Izquierda Unida, che si autodefinisce “movimento politico sociale” funziona analogamente ad un partito. Le forze come il PCE che aderiscono ad Izquierda Unida lo fanno attraverso l’adesione personale dei propri militanti, che sono invitati a farlo senza che ci sia automatismo fra il possesso della tessera del PCE e quella di Izquierda Unida. Il PCE e le altre forze non hanno quote ne alcuna rappresentanza diretta negli organismi dirigenti di Izquierda Unida. Gli iscritti ad Izquierda Unida, abbiano o meno tessere di partiti o associazioni aderenti, sono gli unici titolati a decidere la linea politica e i gruppi dirigenti di Izquierda Unida. Sulla base, appunto, del principio “una testa un voto”.
Come si vede da questa esperienza, che dura da trenta anni in Spagna, non è affatto necessario sciogliere il partito comunista per unire la sinistra ampia e nemmeno escludere in un rapporto federativo fra partiti, tutte le altre esperienze collettive ed individuali.
Insomma, se l’attuale lista “un’altra europa con tsipras” raggiunge l’unità sulla prospettiva politica e su principi politici unitari e chiaramente antiliberisti e alternativi al PD il PRC può serenamente partecipare, come il PCE, alla nuova forza senza dover rinunciare a nulla della propria ideologia ed organizzazione.
Certo il PRC dovrebbe dedicarsi comunque a tutti i compiti propri di un partito comunista.
Perché sarebbe anche ora che si dismetta l’idea distorta che l’attività principale di un partito comunista consista nel partecipare alle elezioni. Non è mai stato corretto storicamente ed oggi, non fosse altro che per il sistema elettorale vigente, oltre che sbagliato sarebbe decisamente assurdo.
La nuova forza, proprio perché ampia e plurale, mentre può assolvere benissimo al compito di produrre un programma di lotta ed elettorale per l’immediato e per una fase, non può fare diverse cose che sono proprie, invece, di un partito comunista. Sarebbe sbagliato, per esempio, che il PRC rinunciasse ad una battaglia culturale sulla rifondazione e sulla vigenza del comunismo o che tentasse di imporlo alla nuova forza. Che rinunciasse alla sua rete di relazioni internazionali o che pretendesse di imporle alla nuova forza. Che rinunciasse ad elaborare analisi e a promuovere discussione teoriche e a formare quadri secondo la propria impostazione o pretendesse di imporle alla nuova forza. Che rinunciasse alle proprie e dirette pratiche sociali e metodi di lotta o pretendesse di imporle alla nuova forza. Ed anche che rinunciasse, nelle proprie riunioni, di discutere apertamente della prospettiva della nuova forza, senza per questo imporre nulla a nessuno.
Spero di essermi spiegato.